Il 270bis è l'articolo del codice penale italiano che punisce le associazioni eversive, quelle cioè che mirano al sovvertimento violento dell'ordine democratico. Marcello De Angelis, leader del gruppo musicale, aveva cominciato a svolgere "attività sovversive" poco prima dei quattordici anni negli anni settanta. A sedici anni aveva incominciato a suonare la chitarra e comporre canzoni molto influenzate dalle sue "attività". Riuscì a fare un solo concerto, con due chitarre di accompagnamento, nel 1979. L'anno successivo dovette lasciare casa e chitarra inseguito da un mandato di cattura molto articolato.
In tre mesi il mondo intero era crollato: molti amici arrestati, il fratello maggiore (Nanni De Angelis) morto in circostanze oscure in una cella di isolamento, la ragazza, incinta al quinto mese, detenuta fino all'avvenuta nascita di suo figlio. Seguirono nove anni di viaggi e permanenza all'estero (più o meno clandestina) con un breve intervallo carcerario in Inghilterra. Su richiesta di un amico incarcerato in Italia, registrò malamente le sue canzoni su una audiocassetta e gliela inviò in nome dei "bei vecchi tempi".
Dopo quasi dieci anni Marcello decise di tornare a casa, costasse quel che costasse, giusto o sbagliato che fosse. Decise di scontare la condanna a cinque anni e sei mesi di reclusione comminatagli "ai sensi dell'articolo 270bis" e tornò a Roma - o meglio - al carcere romano di Rebibbia, dove suo fratello era morto e suo figlio era nato. Dopo tre anni, grazie al condono del 1989, si aprirono i cancelli e Marcello si guardò intorno. Da questa breve esperienza di ritrovata libertà, era uscito un solo sorprendente dato positivo: la cassetta inviata all'amico carcerato aveva fatto il giro d'Italia e non mancava giorno che incontrasse qualcuno che conoscesse le sue canzoni a memoria, le suonasse e le facesse conoscere. Fatta questa considerazione, in osservanza al detto "fa più danni una canzone che centomila volantini", riprese in mano la chitarra. Insieme a Claudio Scotti - detto Giannetto - un vecchio coimputato rincontrato dopo anni, al giovane ultrà laziale Antonello Patrizi - detto Babba - ed al batterista Gianluca Rizzante, costituì la prima formazione dei 270bis. Era il 1993.
Il primo repertorio del gruppo fu composto di vecchie hit di Marcello rivisitate (Settembre Nero, Eri Bella), brani partoriti dietro le sbarre (Cara Amica, El Bandido, Salve Sole, Ehi! Guardia) ed altri nati dall'impatto del ritorno (Apri gli Occhi) e dall'osservazione del nuovo ma vecchio mondo (Bomber Nero, Spara sulle Posse). L'anno successivo il salto di qualità con l'entrata nel gruppo del sassofonista Max Cocciolo.
Dopo numerosi concerti, uscì il primo nastro intitolato "I Signori della Guerra". I cinquemila pezzi tirati, si esauriscono nel corso di un anno. Segue il secondo LP "Cuore Nero" con altre rivisitazioni dell'antico repertorio de angeliano e con nuovi brani che diventano ben presto altre hit (Non Scordo e Claretta e Ben). Segue un periodo di dolente stasi e trasformazione.
Tra boicottaggi e veti incrociati di praticamente tutte le forze politiche (ognuna per ragioni distinte), i 270bis continuano la loro attività di provocatori canori collezionando quasi cento concerti in quattro anni. Quando nessuno li vuole trovano un caldo ed accogliente rifugio nelle lande venete, presso gli amici del Vfs, dove fans e sostenitori proliferano e si consolidano.
La formazione si rinnova ad ondate successive.
Giannetto lascia, vittima del lavoro. Gianluca passa le bacchette a Testone, ex batterista del gruppo Intolleranza. Entra Giammarco alla chitarra solista poi sostituito dall'etilico Pierluca Puccipoppi in tandem col batterista Giampaolo Pelizzaro. Si inserisce infine Maurizio Taloni - detto il Duca - alla chitarra.
In tre mesi il mondo intero era crollato: molti amici arrestati, il fratello maggiore (Nanni De Angelis) morto in circostanze oscure in una cella di isolamento, la ragazza, incinta al quinto mese, detenuta fino all'avvenuta nascita di suo figlio. Seguirono nove anni di viaggi e permanenza all'estero (più o meno clandestina) con un breve intervallo carcerario in Inghilterra. Su richiesta di un amico incarcerato in Italia, registrò malamente le sue canzoni su una audiocassetta e gliela inviò in nome dei "bei vecchi tempi".
Dopo quasi dieci anni Marcello decise di tornare a casa, costasse quel che costasse, giusto o sbagliato che fosse. Decise di scontare la condanna a cinque anni e sei mesi di reclusione comminatagli "ai sensi dell'articolo 270bis" e tornò a Roma - o meglio - al carcere romano di Rebibbia, dove suo fratello era morto e suo figlio era nato. Dopo tre anni, grazie al condono del 1989, si aprirono i cancelli e Marcello si guardò intorno. Da questa breve esperienza di ritrovata libertà, era uscito un solo sorprendente dato positivo: la cassetta inviata all'amico carcerato aveva fatto il giro d'Italia e non mancava giorno che incontrasse qualcuno che conoscesse le sue canzoni a memoria, le suonasse e le facesse conoscere. Fatta questa considerazione, in osservanza al detto "fa più danni una canzone che centomila volantini", riprese in mano la chitarra. Insieme a Claudio Scotti - detto Giannetto - un vecchio coimputato rincontrato dopo anni, al giovane ultrà laziale Antonello Patrizi - detto Babba - ed al batterista Gianluca Rizzante, costituì la prima formazione dei 270bis. Era il 1993.
Il primo repertorio del gruppo fu composto di vecchie hit di Marcello rivisitate (Settembre Nero, Eri Bella), brani partoriti dietro le sbarre (Cara Amica, El Bandido, Salve Sole, Ehi! Guardia) ed altri nati dall'impatto del ritorno (Apri gli Occhi) e dall'osservazione del nuovo ma vecchio mondo (Bomber Nero, Spara sulle Posse). L'anno successivo il salto di qualità con l'entrata nel gruppo del sassofonista Max Cocciolo.
Dopo numerosi concerti, uscì il primo nastro intitolato "I Signori della Guerra". I cinquemila pezzi tirati, si esauriscono nel corso di un anno. Segue il secondo LP "Cuore Nero" con altre rivisitazioni dell'antico repertorio de angeliano e con nuovi brani che diventano ben presto altre hit (Non Scordo e Claretta e Ben). Segue un periodo di dolente stasi e trasformazione.
Tra boicottaggi e veti incrociati di praticamente tutte le forze politiche (ognuna per ragioni distinte), i 270bis continuano la loro attività di provocatori canori collezionando quasi cento concerti in quattro anni. Quando nessuno li vuole trovano un caldo ed accogliente rifugio nelle lande venete, presso gli amici del Vfs, dove fans e sostenitori proliferano e si consolidano.
La formazione si rinnova ad ondate successive.
Giannetto lascia, vittima del lavoro. Gianluca passa le bacchette a Testone, ex batterista del gruppo Intolleranza. Entra Giammarco alla chitarra solista poi sostituito dall'etilico Pierluca Puccipoppi in tandem col batterista Giampaolo Pelizzaro. Si inserisce infine Maurizio Taloni - detto il Duca - alla chitarra.
Discografia:
1993 - I signori della guerra;
1996 - Cuore nero;
2000 - Incantesimi d'amore;
2003 - Decimo (raccolta);
2007 - Tracce.
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