Massimo Morsello.
Massimo Morsello inizia nel lontano 1978 ed esordisce a giugno al secondo Campo Hobbit e, alcuni mesi dopo, pubblica il suo primo nastro "Per me e la mia gente". Tre anni dopo, nel 1981, a causa della repressione scoppiata nei confronti della destra dopo la strage di Bologna è costretto a lasciare l'Italia alla volta della Germania prima e poi dell'Inghilterra. Qui torna a lavoro e pubblica il suo secondo nastro "I nostri canti assassini - canzoni dall'esilio". Nel 1990, sempre dall'esilio londinese produce ,ed invia in Italia, il suo terzo nastro "Intolleranza" . Nel 1996 pubblica il suo primo cd "Punto di non ritorno" per la casa discografica romana RTP e ,dopo qualche mese, esce il video live "Scusate ma non posso venire", prodotto da Trifase ed RTP, del concerto che avrebbe dovuto essere trasmesso in diretta via satellite da Londra, che poi fu trasmesso invece in differita, grazie al solito intervento delle forze dell'ordine che, come al solito, temevano non si sa che cosa. Nel 1997 la casa discografica romagnola Cosmorecord pubblica un cd che raccoglie i primi due lavori di Morsello intitolato con il suo diminutivo: appunto "Massimino". Nel 1998, ancora per la RTP, pubblica il secondo cd "La direzione del vento" e a fine anno incide una canzone dedicata al Prof. Di Bella "Buon anno Professore" che viene anche trasmessa da una emittente romana. L'anno successivo, dopo 19 anni di esilio, il 25 aprile rientra in Italia dove, nel mese di giugno, suona in un concerto a Roma; inoltre partecipa alla raccolta "Vox Europa I" con il brano inedito "Buon anno Professore". Il 10 Marzo del 2001, purtroppo, Massimo Morsello muore a Londra. La sua morte ha un debole eco nell'opinione pubblica italiana ed alcuni salutano Massimo come il "De Gregori NERO". Da sottolineare il felcie record di Massimo che ha trasformato "Punto di non ritorno" nell'album di musica alternativa più venduto in Italia.
Discografia:
Per me… e la mia gente (1978) , prima realizzazione come demo tape
I nostri canti assassini (1981) , prima realizzazione come demo tape
Intolleranza (1990) , prima realizzazione come demo tape
Punto di non ritorno (1996)
Massimino, una compilation con il riarrangiamento dei primi demo tape (1997) La direzione del vento (1998)
domenica 27 gennaio 2008
Francesco Mancinelli.
Francesco Mancinelli.
Nel 1982 Francesco Mancinelli comincia la sua esperienza musicale nel filone della musica alternativa, settore culturale trainante del movimento politico antagonista nazional-rivoluzionario in Italia attivo dagli anni 70 e sarà uno dei “traghettatori - bardi” che contribuiranno in un certo senso al salvataggio ed alla trasmissione di questo filone culturale e musicale underground durante tutti gli anni 80′.
Nel 1988 l’associazione romana DART (Divisione artistica raggruppamento tradizionale), pubblica “Tempo di lottare” , live del concerto dal vivo dedicato ad Alberto Giaquinto, dove è presente lo stesso Francesco Mancinelli con alcuni brani , tra cui la sua canzone più nota “Generazione ‘78″ ( vedi Link internet) . L’anno seguente dà il via ad una serie di spettacoli musicali tematici multimediali (Recital) con proiezione di diapositive, dove al palinsesto musicale e visivo si alternano canzoni e brani di poesia recitata legate anche al mondo dei cantautori (in particolare Fabrizio De Andrè, F. Guccini, A. Branduardi ) .
Vengono così autoprodotte due musicassette : la prima verso aprile del 1989 dal titolo “Concerto per il domani” (ristampata poi col titolo “Al muro del tempo”) e la seconda ad ottobre del 1989 dedicata alle insorgenze antigiacobine in Europa , prima traccia di quello che sarà il CD “Il campo dei ribelli” . Nel 1990 viene registrato la musicassetta del recital “Il campo dei ribelli” dando vita all’omonimo nastro e, tre anni più tardi, per la casa discografica romana RTP (Rupe Tarpea Produzioni) ristampa lo stesso recital rimixandolo.
Nel 1995, ispirandosi al nome del posto dove si svolge il romanzo di Tolkien “Il Signore degli anelli”, Francesco Mancinelli (voce chitarre) con Carlotta (voce) e Baldo (percussioni) forma il primo nucleo del gruppo di musica tradizionale europea “Terre di Mezzo” che esordisce al Pub Cutty Sark nel solstizio estivo del 1995. Nel giugno del 1996, per la romana sempre con Rupe Tarpea Produzioni, esce la muisicassetta “Terre di Mezzo” a cui partecipa Domenico Di Tullio (Hyperborea / Malabestia) come chitarrista.
Si unisce al gruppo anche il flautista Gregorio Bardini. Nel 1997, sempre per la RTP ( che nel frattempo ha rimixato il nastro con l’aggiunta dei flauti ), reinterpretano la canzone “Al Maestrale” (Janus 1977) per la compilazione “Tributo a Janus” . L’anno successivo il gruppo si scioglie ma non prima di aver registrato nel 1997 comunque sulla compilazione “Vox Europa 1″ un brano inedito della tradizione scozzese. Intorno all’aprile del 2000 esce lo split CD insieme con l’irlandese Bobby Pears “The eagle and the harp”, ultimo lavoro del gruppo. Nel 2000 Francesco Mancinelli insieme a Marzio Venuti Mazzi e Gregorio Bardini fonda Contea Modern European Folk .
Nel 1988 l’associazione romana DART (Divisione artistica raggruppamento tradizionale), pubblica “Tempo di lottare” , live del concerto dal vivo dedicato ad Alberto Giaquinto, dove è presente lo stesso Francesco Mancinelli con alcuni brani , tra cui la sua canzone più nota “Generazione ‘78″ ( vedi Link internet) . L’anno seguente dà il via ad una serie di spettacoli musicali tematici multimediali (Recital) con proiezione di diapositive, dove al palinsesto musicale e visivo si alternano canzoni e brani di poesia recitata legate anche al mondo dei cantautori (in particolare Fabrizio De Andrè, F. Guccini, A. Branduardi ) .
Vengono così autoprodotte due musicassette : la prima verso aprile del 1989 dal titolo “Concerto per il domani” (ristampata poi col titolo “Al muro del tempo”) e la seconda ad ottobre del 1989 dedicata alle insorgenze antigiacobine in Europa , prima traccia di quello che sarà il CD “Il campo dei ribelli” . Nel 1990 viene registrato la musicassetta del recital “Il campo dei ribelli” dando vita all’omonimo nastro e, tre anni più tardi, per la casa discografica romana RTP (Rupe Tarpea Produzioni) ristampa lo stesso recital rimixandolo.
Nel 1995, ispirandosi al nome del posto dove si svolge il romanzo di Tolkien “Il Signore degli anelli”, Francesco Mancinelli (voce chitarre) con Carlotta (voce) e Baldo (percussioni) forma il primo nucleo del gruppo di musica tradizionale europea “Terre di Mezzo” che esordisce al Pub Cutty Sark nel solstizio estivo del 1995. Nel giugno del 1996, per la romana sempre con Rupe Tarpea Produzioni, esce la muisicassetta “Terre di Mezzo” a cui partecipa Domenico Di Tullio (Hyperborea / Malabestia) come chitarrista.
Si unisce al gruppo anche il flautista Gregorio Bardini. Nel 1997, sempre per la RTP ( che nel frattempo ha rimixato il nastro con l’aggiunta dei flauti ), reinterpretano la canzone “Al Maestrale” (Janus 1977) per la compilazione “Tributo a Janus” . L’anno successivo il gruppo si scioglie ma non prima di aver registrato nel 1997 comunque sulla compilazione “Vox Europa 1″ un brano inedito della tradizione scozzese. Intorno all’aprile del 2000 esce lo split CD insieme con l’irlandese Bobby Pears “The eagle and the harp”, ultimo lavoro del gruppo. Nel 2000 Francesco Mancinelli insieme a Marzio Venuti Mazzi e Gregorio Bardini fonda Contea Modern European Folk .
Francesco Mancinelli - Generazione '78
E ti svegli una mattina e ti chiedi cosa è stato,rigettare i tuoi pensieri sulle cose del passato,prendi un fazzoletto nero che conservi in un cassetto.Cominciava tutto un giorno, forse un giorno maledetto,frequentando certa gente di sicuro differente,è un battesimo di rito con il fiato stretto in gola,quando già finiva a pugni sui portoni della scuola,e inciampare in un destino che ti cresceva dentro da bambino,ed un ciondolo d'argento che ti tieni intorno al collo,odio e amore per cercare di capire una logica ideale,una logica ideale a cui ciecamente credi.
E tua madre piange sola e ti osserva dietro i vetri,perché sa che non perdona questa guerra,perché sa che non ha pace la sua terraUn partito, vecchia storia, un'eredità che scotta,nell'ambiguità di sempre come un senso di sconfitta,e ignorare circostanze, giochi assurdi di potere,che ne sai di quel passato di nostalgiche illusioni,di un confronto che da sempre si è attuato coi bastoni?E sentirsi viver dentro, a vent'anni, all'occasione,per cercar di dare un senso alla tua Rivoluzione.
Poi una sera di gennaio resta fissa nei pensieri,troppo sangue sparso sopra i marciapiedie la tua generazione scagliò al vento le bandiere,gonfiò l'aria di vendetta senza lutto, né preghiere,su quei passi da gigante, per un attimo esitare,scaricando poi la rabbia nelle auto lungo il viale,fra le lacrime ed i vortici di fumo,da quei giorni la promessa di restaretutti figli di nessuno.
Pochi giorni di prigione ti rischiarano la vista,dimmi, come ci si sente, con un'ombra da estremista?Cosa provi nelle farse di avvocati e tribunali?Ed Alberto che è finito dentro l'occhio di un mirino,la Democrazia mandante, un agente l'assassino.E Francesco che è volato sull'asfalto di un cortile,con le chiavi strette in mano, strano modo per morire.Braccia tese ai funerali ed un coro contro il vento,"oggi è morto un Camerata ne rinascono altri cento".E il silenzio di un'accusa che rimbalza su ogni muro,questa volta pagheranno te lo giuro
Poi la sfida nelle piazze ed i sassi nelle mani,caroselli di sirene echi sempre più lontani,quelle bare non ancora vendicatele ferite quasi mai rimarginate.
Ma poi il vento soffiò forte, ti donò quell'occasione,di combattere il sistema in un'altra posizione,tra la fine del marxismo e i riflussi del momento,costruire il movimento tra le angosce dei quartieri.Ed un popolo, una lotta chiodo fisso nei pensierie generazioni nuove in cui tu credevi tanto.Poi quel botto alla stazione che cancella tutto quanto.E al segnale stabilito si da il via alla grande caccia,i fucili che ora puntano alla faccia,le retate in grande stile dentro all'occhio del ciclone,tra le spire della santa inquisizione.
Poi le tappe di una crisi, di una storia consumata,di chi trova la sua morte armi in pugno nella strada,di chi viene suicidato in una stanza di chi scappadi chi chiude nei cassetti anche l'ultima speranza.
E ti svegli una mattina, sulle labbra una canzone,e l'immagine si perde sulla tua generazione,quei ragazzi un po’ ribelli un po’ guerrieri,che hanno chiuso nei cassetti e dentro ai cuoritanti fazzoletti neri
domenica 13 gennaio 2008
Canzone della settimana.
ZetaZeroAlfa - Nella mischia
Affretta il passo
e spezza il fiato
per difendere la piazza e l'avanposto conquistato
porta un casco e il fazzoletto
il coraggio ce l'hai dentro fallo uscire sul momento
Stai quadrato
e resta zitto
il tuo cuore in sottofondo sta parlando anche per te
questa squadra è pronta a tutto
devi esserne all'altezza devi esserne sicuro
Ogni volta
c'è chi più rischia
ci si vede
nella mischia
Sempre attento
e resta pronto
al segnale già deciso spaccheremo tutto quanto
tra i fUmOnI e le sIrEnE
vinceremo in ogni luogo
siam leoni contro iene
Ogni volta
c'è chi più rischia
ci si vede
nella mischia
e spezza il fiato
per difendere la piazza e l'avanposto conquistato
porta un casco e il fazzoletto
il coraggio ce l'hai dentro fallo uscire sul momento
Stai quadrato
e resta zitto
il tuo cuore in sottofondo sta parlando anche per te
questa squadra è pronta a tutto
devi esserne all'altezza devi esserne sicuro
Ogni volta
c'è chi più rischia
ci si vede
nella mischia
Sempre attento
e resta pronto
al segnale già deciso spaccheremo tutto quanto
tra i fUmOnI e le sIrEnE
vinceremo in ogni luogo
siam leoni contro iene
Ogni volta
c'è chi più rischia
ci si vede
nella mischia
sabato 12 gennaio 2008
Cos'è Pomerio?
Il Pomerio, per i Latini, era il confine sacro che delimitava e definiva l'Urbe: la città intesa come entità consacrata agli dei. In questo territorio i sacerdoti confinavano gli spettri, i fantasmi, le larve, i demoni delle malattie, gli spiriti della guerra, della fame, delle pestilenze e tutto ciò che poteva essere ricondotto a situazioni negative. Era l'area consacrata esclusivamente agli dei protettori della città che questo recinto avrebbero dovuto proteggere.
Da qui abbiamo scelto il nome Pomerio: per richiamarci a una realtà storico-culturale da proteggere, preservare e diffondere(non ghettizzare)attraverso un nostro spazio ideale a cui far riferimento.
La nostra Urbe -in questo caso- è la cosiddetta Musica alternativa: quel fenomeno musicale sommerso, non commerciale, nato in seno alla destra italiana, nei duri anni di militanza della prima repubblica. Nelle varie sezioni del blog è possibile trovare notizie dettagliate riguardanti questo mondo identitario dalle connotazioni particolari che lo rendono unico ed esclusivo.
Pomerio si propone, inoltre, di diventare un punto di riferimento, meridionale, per la musica alternativa; promuovendone l’ascolto, realizzando concerti o eventi culturali. L’ambizione è quella di far conoscere un patrimonio spesso dimenticato anche da chi dovrebbe salvaguardarlo.
Da qui abbiamo scelto il nome Pomerio: per richiamarci a una realtà storico-culturale da proteggere, preservare e diffondere(non ghettizzare)attraverso un nostro spazio ideale a cui far riferimento.
La nostra Urbe -in questo caso- è la cosiddetta Musica alternativa: quel fenomeno musicale sommerso, non commerciale, nato in seno alla destra italiana, nei duri anni di militanza della prima repubblica. Nelle varie sezioni del blog è possibile trovare notizie dettagliate riguardanti questo mondo identitario dalle connotazioni particolari che lo rendono unico ed esclusivo.
Pomerio si propone, inoltre, di diventare un punto di riferimento, meridionale, per la musica alternativa; promuovendone l’ascolto, realizzando concerti o eventi culturali. L’ambizione è quella di far conoscere un patrimonio spesso dimenticato anche da chi dovrebbe salvaguardarlo.
Cenni storici.
La definizione di "musica alternativa" nasce a metà degli anni Settanta ad indicare la produzione musicale di gruppi o solisti appartenenti all'area della Destra politica italiana. La scelta di questa espressione era motivata dal fatto che si trattava di un movimento musicale "alternativo" nei contenuti delle canzoni e nella forma di divulgazione dei prodotti - anche se non nei linguaggi musicali utilizzati - tanto alla "musica leggera", quanto ai cantautori "impegnati" e miliardari di sinistra.
Canzoni "di destra", però, erano già state scritte anche prima degli anni Settanta, tanto che si può ben dire che la "musica alternativa" nasce avendo alle spalle quasi un decennio di background culturale, che andava dalla tradizione cabarettistica del "Bagaglino" e del "Giardino dei Supplizi" - cui si rifà buona parte della ricca produzione di Leo Valeriano - ai canti di protesta anticomunista del gruppo "Europa e Civiltà", alle ballate militariste o anticonformiste di alcuni cantautori italiani e francesi.
La "musica alternativa" nasce in un periodo di grande fermento culturale per la destra, contrapposto però ad una fase di gravissima oppressione fisica e di forte riduzione degli spazi politici. Un periodo drammatico, segnato anche dalla morte di molti giovani militanti. In questo contesto, nel 1977, si tiene a Benevento "Campo Hobbit 1", primo raduno nazionale della gioventù di destra, che offre per la prima volta un palcoscenico comune a decine di gruppi musicali che avevano incominciato a mettere in note la loro militanza spesso senza neppure conoscersi. In quegli anni nascono anche le radio libere, di cui molte anche di destra, che contribuiscono a diffondere queste canzoni e a renderle, a volte, persino popolari. E' il caso di "Trama nera" degli Amici del Vento che diventa una canzoncina "alla moda" canticchiata nelle scuole anche da chi non era certo di destra, al punto da vincere un premio come "brano più ascoltato" di un'emittente siciliana vicina al Partito socialista.
Nel corso di tutti gli anni Settanta, con il moltiplicarsi dei gruppi e dei cantautori, si avvia anche la produzione ufficiale di musicassette, 45 giri e LP, sempre però diffusi informalmente nel corso di concerti o di campi musicali e poi quasi sempre "duplicati" e passati di mano in mano in migliaia di esemplari. I "Campi Hobbit" (1977, 1978, 1980) rappresentano altrettante tappe di crescita del movimento musicale "alternativo" sempre in cerca di una migliore qualità musicale a supporto di testi fortemente politicizzati, ma spesso anche altamente poetici. Quanto agli stili musicali utilizzati, prevale in assoluto il genere "cantautoriale italiano" (con accompagnamento di chitarra classica e/o armonica), ma non mancano anche eccellenti esempi di rock, come nel caso del gruppo romano degli Janus.
Anche fuori dall'Italia - particolarmente in Francia - si riscontrano, in questi anni, i primi esempi di cantautori "di destra", alcuni dei quali però, nel loro paese, riescono anche a raggiungere il successo commerciale come nel caso di Michel Sardou - il "Battisti francese" - il quale, a differenza del suo collega italiano, non dovette nascondere le sue simpatie politiche esprimendole apertamente anche in musica.
Con gli anni Ottanta la ricerca musicale raggiunge, per alcuni gruppi, buoni risultati qualitativi, ma i canali di divulgazione e diffusione diminuiscono drasticamente in quanto chiudono quasi tutte le radio libere e anche i principali settimanali nazionali di destra, come il "Candido", che aveva sempre dato ampio spazio alla "musica alternativa". E' il periodo del cosiddetto "riflusso" che, come qualsiasi altro mutamento del quadro storico, sociale o politico italiano, viene recepito anche dai cantautori "alternativi" che si trovano, da una parte a fare i conti con la fine di un periodo buio e durissimo e, dall'altra, ad affrontare un modo nuovo di fare politica. Ai primi gruppi ancora in attività (anche se con formazioni fortemente rinnovate) si affiancano nuovi complessi e nuovi solisti con un netto prevalere - tra i più giovani - del genere musicale rock.
Negli anni Novanta nuovi gruppi e nuove tendenze musicali arricchiscono il panorama della "musica alternativa". Anche alcuni gruppi "storici" non disdegnano l'uso del rock o persino del rap, mentre i gruppi più giovani esprimono nuove sperimentazioni musicali spesso d'avanguardia. Da qui l'uso, da parte di alcuni gruppi di area (non solo italiani), della nuova definizione di "rock identitario" al posto dell'ormai vecchia "musica alternativa". Ma, al di là dei generi musicali utilizzati, ciò che distingue la Musica Alternativa (come definizione generale) rimangono i contenuti espressi e l'identificarsi degli artisti nelle caratteristiche che abbiamo individuato nella definizione generale.
Tra le nuove aree musicali emerse in quest'ultimo decennio, una citazione a parte merita la cosiddetta "musica Oi" in ogni suo aspetto: produzione, distribuzione, concerti e pubblico, è completamente differente da quello "alternativo". Tuttavia, soprattutto all'inizio, non sono mancati punti di contatto tra i due movimenti musicali. All'estero, inoltre, dove non esiste una forte tradizione di musica politica di destra, i confini tra "rock identitario" e musica Oi sono più labili. Tutte problematiche queste che hanno portato il nostro archivio storico a dover espandere la sua area di analisi, ricerca e catalogazione anche a questo filone musicale.
Sempre attenti all'evoluzione tecnologica, i gruppi musicali di destra in quest'ultimo decennio hanno fortemente migliorato la qualità tecnica e l'immagine dei prodotti realizzati, sia per quanto attiene agli arrangiamenti e a tutte le fasi di produzione musicale, sia per ciò che riguarda l'uso di nuove tecnologie: digitali, video o informatiche. Molti gruppi e case musicali hanno ormai i loro siti Internet e i prodotti oggi si possono acquistare anche "on line"; tuttavia ciò che continua a mancare, sia a causa del predominio della lobby comunista nel mondo musicale, sia - a volte - per una precisa scelta degli stessi gruppi militanti, è la possibilità di far entrare la "musica alternativa" nei grandi circuiti nazionali di pubblicizzazione, divulgazione e distribuzione.
Siamo giunti così all'inizio del Terzo millennio e la "musica alternativa" è ancora fiorente. Nuovi gruppi sono nati, anche negli ultimi mesi, all'interno dei movimenti giovanili della destra. Ogni anno sono almeno una dozzina le nuove produzioni e centinaia i concerti organizzati. Inoltre l'evoluzione politica nazionale sta portando anche, lentamente, a qualche forma di riconoscimento ufficiale. In questo senso il punto di svolta è stato indubbiamente il "Concerto del Ventennale", organizzato dall'Associazione "Lorien", a Monza, nel dicembre 1997, per festeggiare i vent'anni di attività di due gruppi storici: gli "Amici del Vento" e la "Compagnia dell'Anello". Quel grande concerto (cinque ore di musica, più di mille spettatori paganti) ebbe, infatti, per la prima volta, il patrocinio di due Assessorati alla Cultura, quello della Regione Lombardia e quello del Comune di Monza.
La speranza è che oggi non solo le pubbliche amministrazioni si accorgano di questo vasto fenomeno culturale "sommerso" che ha segnato la storia del nostro Paese, ma anche i media nazionali, gli organizzatori di spettacoli, festival o eventi musicale e - persino - le Università prendano atto al più presto dell'esistenza e delle potenzialità di un movimento socio-culturale che ha una così lunga storia e una così grande forza creativa.
Canzoni "di destra", però, erano già state scritte anche prima degli anni Settanta, tanto che si può ben dire che la "musica alternativa" nasce avendo alle spalle quasi un decennio di background culturale, che andava dalla tradizione cabarettistica del "Bagaglino" e del "Giardino dei Supplizi" - cui si rifà buona parte della ricca produzione di Leo Valeriano - ai canti di protesta anticomunista del gruppo "Europa e Civiltà", alle ballate militariste o anticonformiste di alcuni cantautori italiani e francesi.
La "musica alternativa" nasce in un periodo di grande fermento culturale per la destra, contrapposto però ad una fase di gravissima oppressione fisica e di forte riduzione degli spazi politici. Un periodo drammatico, segnato anche dalla morte di molti giovani militanti. In questo contesto, nel 1977, si tiene a Benevento "Campo Hobbit 1", primo raduno nazionale della gioventù di destra, che offre per la prima volta un palcoscenico comune a decine di gruppi musicali che avevano incominciato a mettere in note la loro militanza spesso senza neppure conoscersi. In quegli anni nascono anche le radio libere, di cui molte anche di destra, che contribuiscono a diffondere queste canzoni e a renderle, a volte, persino popolari. E' il caso di "Trama nera" degli Amici del Vento che diventa una canzoncina "alla moda" canticchiata nelle scuole anche da chi non era certo di destra, al punto da vincere un premio come "brano più ascoltato" di un'emittente siciliana vicina al Partito socialista.
Nel corso di tutti gli anni Settanta, con il moltiplicarsi dei gruppi e dei cantautori, si avvia anche la produzione ufficiale di musicassette, 45 giri e LP, sempre però diffusi informalmente nel corso di concerti o di campi musicali e poi quasi sempre "duplicati" e passati di mano in mano in migliaia di esemplari. I "Campi Hobbit" (1977, 1978, 1980) rappresentano altrettante tappe di crescita del movimento musicale "alternativo" sempre in cerca di una migliore qualità musicale a supporto di testi fortemente politicizzati, ma spesso anche altamente poetici. Quanto agli stili musicali utilizzati, prevale in assoluto il genere "cantautoriale italiano" (con accompagnamento di chitarra classica e/o armonica), ma non mancano anche eccellenti esempi di rock, come nel caso del gruppo romano degli Janus.
Anche fuori dall'Italia - particolarmente in Francia - si riscontrano, in questi anni, i primi esempi di cantautori "di destra", alcuni dei quali però, nel loro paese, riescono anche a raggiungere il successo commerciale come nel caso di Michel Sardou - il "Battisti francese" - il quale, a differenza del suo collega italiano, non dovette nascondere le sue simpatie politiche esprimendole apertamente anche in musica.
Con gli anni Ottanta la ricerca musicale raggiunge, per alcuni gruppi, buoni risultati qualitativi, ma i canali di divulgazione e diffusione diminuiscono drasticamente in quanto chiudono quasi tutte le radio libere e anche i principali settimanali nazionali di destra, come il "Candido", che aveva sempre dato ampio spazio alla "musica alternativa". E' il periodo del cosiddetto "riflusso" che, come qualsiasi altro mutamento del quadro storico, sociale o politico italiano, viene recepito anche dai cantautori "alternativi" che si trovano, da una parte a fare i conti con la fine di un periodo buio e durissimo e, dall'altra, ad affrontare un modo nuovo di fare politica. Ai primi gruppi ancora in attività (anche se con formazioni fortemente rinnovate) si affiancano nuovi complessi e nuovi solisti con un netto prevalere - tra i più giovani - del genere musicale rock.
Negli anni Novanta nuovi gruppi e nuove tendenze musicali arricchiscono il panorama della "musica alternativa". Anche alcuni gruppi "storici" non disdegnano l'uso del rock o persino del rap, mentre i gruppi più giovani esprimono nuove sperimentazioni musicali spesso d'avanguardia. Da qui l'uso, da parte di alcuni gruppi di area (non solo italiani), della nuova definizione di "rock identitario" al posto dell'ormai vecchia "musica alternativa". Ma, al di là dei generi musicali utilizzati, ciò che distingue la Musica Alternativa (come definizione generale) rimangono i contenuti espressi e l'identificarsi degli artisti nelle caratteristiche che abbiamo individuato nella definizione generale.
Tra le nuove aree musicali emerse in quest'ultimo decennio, una citazione a parte merita la cosiddetta "musica Oi" in ogni suo aspetto: produzione, distribuzione, concerti e pubblico, è completamente differente da quello "alternativo". Tuttavia, soprattutto all'inizio, non sono mancati punti di contatto tra i due movimenti musicali. All'estero, inoltre, dove non esiste una forte tradizione di musica politica di destra, i confini tra "rock identitario" e musica Oi sono più labili. Tutte problematiche queste che hanno portato il nostro archivio storico a dover espandere la sua area di analisi, ricerca e catalogazione anche a questo filone musicale.
Sempre attenti all'evoluzione tecnologica, i gruppi musicali di destra in quest'ultimo decennio hanno fortemente migliorato la qualità tecnica e l'immagine dei prodotti realizzati, sia per quanto attiene agli arrangiamenti e a tutte le fasi di produzione musicale, sia per ciò che riguarda l'uso di nuove tecnologie: digitali, video o informatiche. Molti gruppi e case musicali hanno ormai i loro siti Internet e i prodotti oggi si possono acquistare anche "on line"; tuttavia ciò che continua a mancare, sia a causa del predominio della lobby comunista nel mondo musicale, sia - a volte - per una precisa scelta degli stessi gruppi militanti, è la possibilità di far entrare la "musica alternativa" nei grandi circuiti nazionali di pubblicizzazione, divulgazione e distribuzione.
Siamo giunti così all'inizio del Terzo millennio e la "musica alternativa" è ancora fiorente. Nuovi gruppi sono nati, anche negli ultimi mesi, all'interno dei movimenti giovanili della destra. Ogni anno sono almeno una dozzina le nuove produzioni e centinaia i concerti organizzati. Inoltre l'evoluzione politica nazionale sta portando anche, lentamente, a qualche forma di riconoscimento ufficiale. In questo senso il punto di svolta è stato indubbiamente il "Concerto del Ventennale", organizzato dall'Associazione "Lorien", a Monza, nel dicembre 1997, per festeggiare i vent'anni di attività di due gruppi storici: gli "Amici del Vento" e la "Compagnia dell'Anello". Quel grande concerto (cinque ore di musica, più di mille spettatori paganti) ebbe, infatti, per la prima volta, il patrocinio di due Assessorati alla Cultura, quello della Regione Lombardia e quello del Comune di Monza.
La speranza è che oggi non solo le pubbliche amministrazioni si accorgano di questo vasto fenomeno culturale "sommerso" che ha segnato la storia del nostro Paese, ma anche i media nazionali, gli organizzatori di spettacoli, festival o eventi musicale e - persino - le Università prendano atto al più presto dell'esistenza e delle potenzialità di un movimento socio-culturale che ha una così lunga storia e una così grande forza creativa.
Musica alternativa.
Il patrimonio musicale definito "alternativo" fa riferimento ad un genere di canzoni e brani musicali scritti e interpretati non al fine di realizzare prodotti "di mercato", né a scopo ludico o commerciale, bensì finalizzati ad esprimere, interpretare e condividere l'evoluzione ideologica, la polemica politica, i valori sociali e morali, la ricerca storica e, ovviamente, anche le emozioni, i sentimenti e i sogni dei giovani appartenenti ad un'area politica mantenuta per oltre cinquant'anni in stato di isolamento.
Questo movimento musicale ha connotazioni culturali e storiche molto particolari che lo rendono unico ed esclusivo. Innanzitutto, per quanto ostracizzato, non si è mai chiuso in se stesso e, pur essendo l'espressione di una cultura non conforme, di una gioventù antagonista, di un modo di far politica "alternativo" ai consueti strumenti della propaganda, proprio per la sua tenace ricerca poetica e per il costante adeguamento ai nuovi linguaggi musicali, è andato configurandosi come un importante strumento di mediazione culturale e politico, un "ponte" ideale tra un'élite di ribelli al conformismo e il circostante mondo giovanile soggetto alla omologazione delle mode.
Altro fattore sorprendente di questo fenomeno culturale è la sua durata temporale. La "musica alternativa", così come noi la conosciamo, infatti, si sviluppa in maniera costante e ininterrotta, attraverso oltre trent'anni (dalla fine degli anni '60 ad oggi). Non siamo di fronte quindi a un evento musicale legato all'emotività di una fase storica particolare, come si verifica, per esempio, nel caso dei canti di guerra o delle canzoni di protesta sociale, ma a una forma di espressione, di comunicazione, di divulgazione e - anche - di propaganda consolidata nel tempo e ormai acquisita come tale nel bagaglio ideologico e culturale di tutti gli appartenenti all'area politica di riferimento.
C'è poi un altro aspetto assolutamente unico di queste canzoni: la sostanziale omogeneità del messaggio da esse diffuso. Pur nelle differenti fasi storiche e politiche del Paese, nella complessa dinamica dei gruppi e dei solisti e nonostante le sempre nuove e diverse forme musicali adottate, le canzoni "alternative" - da oltre trent'anni - utilizzano tematiche comuni. In esse si raccontano le avventure, le battaglie, le sofferenze ma anche le aspirazioni, i sogni ed i valori di oltre due generazioni di militanti; mentre è sempre costante il richiamo alla riscoperta dei valori tradizionali e di temi storici totalmente dimenticati dalla cultura "ufficiale". Dunque la "musica alternativa" può anche essere definita come uno straordinario esempio (unico nell'Italia del trasformismo anche canoro) di fedeltà e di continuità ideale.
Infine l'aspetto veramente saliente, che qualifica come tale la "musica alternativa", distinguendola dal panorama di ogni e qualsiasi altro genere musicale: popolare, politico, etnico, folk o tradizionale che sia: è la sua divulgazione fuori dai canali commerciali. Nessuno degli oltre 300 prodotti ufficiali realizzati dagli oltre 100 tra gruppi e solisti italiani fin qui censiti, è stato venduto nei circuiti commerciali dei negozi musicali; né alcuna delle oltre 750 canzoni del repertorio "alternativo" è stata pubblicizzata attraverso radio o televisioni. Della "musica alternativa" si è occupata quasi esclusivamente la stampa di area, con qualche importante eccezione di articoli, di taglio più che altro politico, anche su media a larga diffusione.
Questo grande patrimonio musicale, politico e sociale è stato quindi diffuso e conosciuto (da ormai più di due generazioni) solo attraverso lo strumento tipico delle culture clandestine: il "passaparola". In pieno secolo di comunicazione globale siamo pertanto di fronte a un enorme, quanto misconosciuto, fenomeno di espressione artistica antagonista, "alternativa" appunto, che rompe gli schemi della comunicazione di massa.
Per entità di produzione, durata temporale, quantità di materiale prodotto e veicolato, numero di persone coinvolte e/o interessate, nessun altro fenomeno culturale "carbonaro", "clandestino" o "underground" ha mai avuto le dimensioni che si possono attribuire alla "musica alternativa", che può dunque essere definita come: IL PIÙ COMPLESSO, DURATURO E MACROSCOPICO ESEMPIO DI CULTURA SOMMERSA CHE L'ITALIA ABBIA MAI RISCONTRATO NEL CORSO DELLA SUA STORIA.
Questo movimento musicale ha connotazioni culturali e storiche molto particolari che lo rendono unico ed esclusivo. Innanzitutto, per quanto ostracizzato, non si è mai chiuso in se stesso e, pur essendo l'espressione di una cultura non conforme, di una gioventù antagonista, di un modo di far politica "alternativo" ai consueti strumenti della propaganda, proprio per la sua tenace ricerca poetica e per il costante adeguamento ai nuovi linguaggi musicali, è andato configurandosi come un importante strumento di mediazione culturale e politico, un "ponte" ideale tra un'élite di ribelli al conformismo e il circostante mondo giovanile soggetto alla omologazione delle mode.
Altro fattore sorprendente di questo fenomeno culturale è la sua durata temporale. La "musica alternativa", così come noi la conosciamo, infatti, si sviluppa in maniera costante e ininterrotta, attraverso oltre trent'anni (dalla fine degli anni '60 ad oggi). Non siamo di fronte quindi a un evento musicale legato all'emotività di una fase storica particolare, come si verifica, per esempio, nel caso dei canti di guerra o delle canzoni di protesta sociale, ma a una forma di espressione, di comunicazione, di divulgazione e - anche - di propaganda consolidata nel tempo e ormai acquisita come tale nel bagaglio ideologico e culturale di tutti gli appartenenti all'area politica di riferimento.
C'è poi un altro aspetto assolutamente unico di queste canzoni: la sostanziale omogeneità del messaggio da esse diffuso. Pur nelle differenti fasi storiche e politiche del Paese, nella complessa dinamica dei gruppi e dei solisti e nonostante le sempre nuove e diverse forme musicali adottate, le canzoni "alternative" - da oltre trent'anni - utilizzano tematiche comuni. In esse si raccontano le avventure, le battaglie, le sofferenze ma anche le aspirazioni, i sogni ed i valori di oltre due generazioni di militanti; mentre è sempre costante il richiamo alla riscoperta dei valori tradizionali e di temi storici totalmente dimenticati dalla cultura "ufficiale". Dunque la "musica alternativa" può anche essere definita come uno straordinario esempio (unico nell'Italia del trasformismo anche canoro) di fedeltà e di continuità ideale.
Infine l'aspetto veramente saliente, che qualifica come tale la "musica alternativa", distinguendola dal panorama di ogni e qualsiasi altro genere musicale: popolare, politico, etnico, folk o tradizionale che sia: è la sua divulgazione fuori dai canali commerciali. Nessuno degli oltre 300 prodotti ufficiali realizzati dagli oltre 100 tra gruppi e solisti italiani fin qui censiti, è stato venduto nei circuiti commerciali dei negozi musicali; né alcuna delle oltre 750 canzoni del repertorio "alternativo" è stata pubblicizzata attraverso radio o televisioni. Della "musica alternativa" si è occupata quasi esclusivamente la stampa di area, con qualche importante eccezione di articoli, di taglio più che altro politico, anche su media a larga diffusione.
Questo grande patrimonio musicale, politico e sociale è stato quindi diffuso e conosciuto (da ormai più di due generazioni) solo attraverso lo strumento tipico delle culture clandestine: il "passaparola". In pieno secolo di comunicazione globale siamo pertanto di fronte a un enorme, quanto misconosciuto, fenomeno di espressione artistica antagonista, "alternativa" appunto, che rompe gli schemi della comunicazione di massa.
Per entità di produzione, durata temporale, quantità di materiale prodotto e veicolato, numero di persone coinvolte e/o interessate, nessun altro fenomeno culturale "carbonaro", "clandestino" o "underground" ha mai avuto le dimensioni che si possono attribuire alla "musica alternativa", che può dunque essere definita come: IL PIÙ COMPLESSO, DURATURO E MACROSCOPICO ESEMPIO DI CULTURA SOMMERSA CHE L'ITALIA ABBIA MAI RISCONTRATO NEL CORSO DELLA SUA STORIA.
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